Che forma hanno i sogni? Di quale materia sono composti?

Il mio di certo sembrava fatto di idee impalpabili, un sogno  irrealizzabile e senza speranza alcuna di avverarsi. Sin da bambina ho sempre desiderato insegnare, a chi mi chiedeva: “Cosa vuoi fare da grande?” la risposta era sempre identica: “Voglio fare la maestra”. Ci provavo, durante i giochi solitari, nelle giornate fredde e nebbiose, trascorrevo i pomeriggi mettendo in fila, lungo il muro della camera, tutte le mie bambole e cominciavo ad imitare la mia adorata maestra. Con il trascorrere degli anni ho mantenuto costante il desiderio di insegnare, e dopo gli studi la mia aspirazione primaria si è avverata. Insegno da molti anni nella scuola primaria, ma ho iniziato nella scuola speciale perché ho conseguito varie specializzazioni. Da adulta poi, ho sempre amato viaggiare e in moltissimi paesi che ho visitato, cioè che mi ha colpito maggiormente, oltre all’estrema povertà di alcuni paesi, è stata la quasi totale mancanza di scuole soprattutto in alcuni paesi africani.

Il Gemellaggio

Ecco l’essenza del mio sogno infantile che a poco a poco si chiarisce ai miei occhi: voglio aprire una scuola in Africa! Già ma come fare? Non mi sono certa persa d’animo e ho cominciato a chiedere come fare ad associazioni e onlus che operavano in Africa già da alcuni anni, la mia idea era basta su qualcosa di concreto e abbastanza facile da realizzare: iniziare con un gemellaggio tra alcune classi della scuole dove insegno da anni e classi di una scuola in Africa. Anni fa, ho conosciuto una giovane insegnante di sostegno, Simona Apuzzo.

Con lei ed altre colleghe abbiamo messo a punto un progetto di gemellaggio dal titolo “Come due gocce d’acqua”, era l’inizio di una grande avventura, tuttavia era ancora molto presto e la scuola in Africa era semplicemente un mio sogno.

L’incontro con Faduma

Trascorre ancora molto tempo, quasi non penso più al mio sogno fino a quando incontro una carissima amica che non vedevo da almeno vent’anni: Faduma Mohamud Dirie

  • Lei è una donna somala che ha vissuto in Italia per molti anni, ha una splendida famiglia, un marito e tre figli; la incontro a casa di una comune amica che ci ospita a pranzo, insieme ad alcuni associati della Onlus per la quale lavora. Durante quella giornata d’incontri, ci mostra le foto delle bambine e dei bambini di uno dei due CFS (Child Friendly Space) che sono l’anima del progetto del quale si sta occupando presso il GECPD (Galkayo Education Centre for Peace and Development) gestito dalle sue due zie.

 

La partenza

Non ci abbiamo pensato troppo, abbiamo cominciato ad organizzare le attività di gemellaggio e a Dicembre del 2013 siamo partiti per la Somalia, destinazione il campo profughi e sfollati di Halabooqad, Galkayo. Ero partita solo con l’idea di attuare il gemellaggio ed invece, quando ho conosciuto i bambini del CFS, ecco che il mio sogno ha iniziato a prendere forma. Con 27 tra bambine e bambini di un’età compresa tra i sette e gli otto anni abbiamo aperto la prima classe di scuola primaria. Il sogno si è avverato e continua: la scuola del campo di Halaboodaq in partnership con il GECPD ora ha quattro sezioni di scuola primaria e tre di scuola secondaria. Grazie a tutti i nostri sostenitori che credono nei sogni.